Bibbia e Rivelazione
Caratteristica peculiare del Cristianesimo è che Dio si è rivelato all’umanità, ha parlato ed ha dimostrato di essere un Dio d’amore!
L’uomo si dimostra intelligente, logico, vuole conoscere il senso della sua esistenza,
l’origine di tutte le cose, vuole ottenere delle risposte precise. Le risposte le
può dare solo Chi conosce tutto: non un uomo, ma Dio! Caratteristica peculiare del
Cristianesimo è che Dio si è rivelato all’umanità, ha parlato e ha dimostrato
di essere un Dio d’amore! Vediamo, secondo le indicazioni bibliche, come Dio si
è rivelato.
Perché è necessaria la rivelazione?
Veramente tutto finisce con la morte?
Perché c’è qualcosa nell’uomo, una sorta di vocazione, un guardare verso il cielo,
che lo scrittore dell’Ecclesiaste definisce “il pen-siero dell’eternità” e che spinge
a desi-derare, a cercare Dio?
“Dio ha fatto ogni cosa bella a suo tempo; Egli ha perfino messo nel cuore degli
uomini il pensiero dell’eternità, quantunque l’uomo non possa comprendere
dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatto” (Libro dell'Ecclesiaste
3:11)
È evidente che non è possibile incontrare Dio dietro l’angolo o su una montagna
o da qualche altra parte: Egli non è percettibile con i nostri sensi fisici:
“Or al re dei secoli, immortale, invisibile, solo Dio, siano onore e gloria nei
secoli dei secoli. Amen”
(Prima lettera di Paolo a Timoteo 1:17)
Se Dio esiste e non si vede, allora vuol dire che noi viviamo fuori della dimensione
divina:
“L’apparizione del nostro Signor Gesù Cristo sarà a suo tempo manifestata dal beato
e unico Sovrano, il Re dei re e Signor dei signori, il quale solo possiede l’immortalità
ed abita una luce inaccessibile; il quale nessun uomo ha veduto,né può vedere; al
quale siano onore e potenza eterna. Amen”
(Prima lettera di Paolo a Timoteo 6:15-16)
È a causa del peccato e della conseguente morte spirituale che l’uomo vive
in questo stato di cecità ed è diventato vittima di colui che signoreggia il mondo:
“Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nei vostri falli e nei vostri
peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo,
seguendo il principe della potestà dell’aria, di quello spirito che opera al presente
negli uomini ribelli, nel numero dei quali noi tutti pure, immersi nelle nostre
concupiscenze carnali, siamo vissuti altra volta ubbidendo alle voglie della carne
e dei pensieri, ed eravamo per natura figliuoli d’ira, come gli altri”
(Lettera di Paolo agli Efesini 2:1-3).
È opinione comune che l’uomo sia limitato nella sua intelligenza e nelle sue capacità;
in queste condizioni non può comprendere l’infinità di Dio, ma Dio può rivelare
se stesso nella misura alla quale l’uomo può arrivare:
Chi non si è stupito di fronte all’immensità e alla complessità dell’universo?
Quando si studia l’attività vitale di una cellula si rimane stupefatti di quanta
intelligenza essa contenga!
Per non parlare di un mondo infinitamente piccolo: atomi, protoni, elettroni, quark
ed altre particelle, e quanto ancora c’è da scoprire!
Queste ed altre cose costituiscono la natura, l’opera di Dio: una rivelazione
indiretta che Dio fa di se stesso. Ma l’uomo cerca spiegazioni alla
sua portata e continua nella ricerca di comprensione della natura, la quale però,
studiandola, lo riconduce inevitabilmente al Creatore:
“… infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro [negli uomini],
avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la
sua eterna potenza e divinità, si vedon chiaramente sin dalla creazione del mondo,
essendo intese per mezzo delle opere sue; ond'è che essi sono inescusabili, perché,
pur avendo conosciuto Iddio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato;
ma si son dati a vani ragionamenti, e l'insensato loro cuore s'è ottenebrato.
Dicendosi savi, son divenuti stolti…”
(Lettera di Paolo ai Romani 1:19-22).
Dio ha dotato l’uomo di pensiero creativo, di sensibilità artistica, di coscienza,
di sentimenti e, nonostante ciò, la condizione di peccato lo priva di quella luce
necessaria a scoprire Dio nella propria vita:
“Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta
la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini
della loro abitazione,affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come
a tastoni, benché Egli non sia lungi da ciascun di noi. Difatti, in lui viviamo,
ci moviamo, e siamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto:‘Poiché
siamo anche sua progenie’ "
(Libro degli Atti 17:26-28).
Ma l’uomo può ricevere la rivelazione diretta di Dio per mezzo di una persona
speciale: Gesù Cristo.
“Nessuno ha mai veduto Iddio; l'unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è
quel che l'ha fatto conoscere”
(Vangelo di Giovanni 1:18).
“Gesù gli disse: ‘Da tanto tempo sono con voi e tu non m'hai conosciuto, Filippo?
Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?’ ”
(Vangelo di Giovanni 14:9).
Questa è un altro tipo di rivelazione, la più importante e decisiva per l’uomo:
ad una rivelazione interiore e diretta, non si può addurre alcuna scusa. Ciò che
ha detto e ha fatto Gesù è scritto nei Vangeli, contenuti nella Bibbia, la quale
nel suo insieme costituisce la rivelazione intelligibile che Dio ha lasciato agli
uomini nella sua forma più sicura: quella scritta.
“…ma queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuol
di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome”
(Vangelo di Giovanni 20:31).
Il supporto storico della sua rivelazione all’umanità è costituito da eventi di
un popolo che ha avuto inizio con Abramo, padre d’Israele. Nel corso dell’esistenza
di questo popolo, Dio ha manifestato se stesso, la sua natura, la sua volontà, fino
alla preparazione della venuta di Cristo, rivelazione determinante di Dio e compi-mento
della sua opera di salvezza. Tutto questo processo, durato secoli, è stato
fissato con la parola scritta e voluta da Dio stesso, ispirando uomini nella scelta
dei contenuti, delle parole e dell’organicità dell’opera. Sicuramente un’opera scritta,
ben preservata, conserva tutto il suo valore per l’umanità di tutti i tempi.
La Bibbia è opera di tale genere.