I manoscritti delle Sacre Scritture
Fino all’invenzione della stampa a caratteri mobili, cinque secoli fa, la copiatura dei testi veniva fatta a mano, una copia per volta: un lavoro accurato e pertanto lento e faticoso. Da allora le macchine da stampa hanno pubblicato intere edizioni, ma, prima di allora, i singoli manoscritti venivano prodotti da singoli copisti. Alla categoria dei copisti appartenevano i "soferim" (gli scribi), tra il 400 a.C. e il 200 d.C.
Si ricorda, inoltre, il lavoro dei rabbini ebrei detti "masoreti" (tra il V e il X sec. d.C.). I masoreti avevano adottato un sistema per preservare la correttezza ed integrità del testo delle copie, annotando, a margine di ogni foglio, tutti gli elementi che componevano la sezione (il numero delle lettere, parole e righe di ogni libro veniva riportato alla fine del testo).
Presso gli Ebrei il compito di trascrivere i testi sacri e farne delle copie era degli Scribi. Come già evidenziato in precedenza, a motivo della facile deteriorabilità dei rotoli originali, oggi non esistono più i testi autografi delle Sacre Scritture, ma esistono delle copie molto antiche.
Il papiro di Nash, che contiene frammenti di Esodo e Deuteronomio
(anno 100 a.C.);
i manoscritti di Qumran: il più importante di questi è quello che
contiene tutto il libro del profeta Isaia. Esistono anche frammenti
di Genesi, Giudici, Deuteronomio, Levitico,
Habacuc e altri di libri apocrifi (100 a.C.). Il manoscritto di Isaia
è eccezionale per dimensioni; infatti è lungo 7 m. x 0,26;
Tra i molti manoscritti rilasciati successivamente alla resurrezione del Signore
Gesù, i quattro principali Codici scritti in lingua greca sono:
Codice (S) Sinaitico; che risale alla metà del IV secolo d.C. Per antichità
ed importanza testuale è di valore pari al Codice Vaticano ed è superiore al Codice
Alessandrino del V sec.
Il Codice Sinaitico fu stato scoperto nel 1859 nel Monastero di Santa Caterina sul
Monte Sinai dallo studioso e biblista tedesco Constantine Tischendorf, il quale
lo donò all'imperatore di Russia a San Pietroburgo. Fu acquistato poi dal Governo
Britannico nel 1933 ed è ora conservato presso la Libreria Britannica del British
Museum di Londra. E' composto di 346 pagine, mentre oltre 300 pagine dell'Antico
Testamento sono andate perdute. Contiene il più antico e completo Nuovo Testamento
disponibile.
Codice (B) Vaticano. E’ conservato presso la Biblioteca Vaticana di
Roma. Contiene tutta la Bibbia, dal quarataseiesimo capitolo del libro della Genesi
alla lettera agli Ebrei. Mancano i Salmi da 106 a 108. Il Codice Vaticano risale
alla metà del IV sec. d.C.
Codice (A) Alessandrino. Risale alla prima metà del V sec. d.C. e contiene
tutta la Bibbia (compresi i libri apocrifi), ad eccezione di circa 40 fogli (nove
pagine dei Salmi, le prime venticinque pagine di Matteo e pochi altri fogli). L'attuale
manoscritto è composto di 773 pagine. E' attribuito a scribi di Alessandria di Egitto
ed è oggi conservato nella stessa teca del Codice Sinaitico nel British Museum di
Londra.
Codice (C) di Efrem. Prende il nome di Efrem il Siro, esponente della
chiesa Siriaca, morto nel 373 d.C. E' conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
La pergamena su cui fu scritto il testo originale fu "raschiata", per
essere utilizzata come supporto per nuovi testi di Efrem. Per portare alla
luce il primo manoscritto, che contiene frammenti dell'Antico e quasi tutto il Nuovo
Testamento, sono stati utilizzati reagenti chimici.
Il diffondersi del Cristianesimo fra popoli di lingua diversa rivelò la necessità
di traduzioni fedeli delle Sacre Scritture nella lingua locale (volgare o popolare),
al fine di una lettura comprensibile nelle sinagoghe e nelle prime comunità cristiane
al di fuori della Palestina.
Ecco una panoramica delle varie versioni delle Sacre Scritture.
Versione greca dei Settanta (LXX) o "Septuaginta"
E' la traduzione dell'Antico Testamento dall'ebraico al greco volgare, realizzata
su incarico di Tolomeo Filadelfo, re d'Egitto (285-246 a.C.), da 72 rabbini ebrei,
ad Alessandria d'Egitto tra il 250 e il 150 a.C.
Secondo la tradizione è chiamata "versione dei Settanta" perché sarebbe
stata tradotta da 72 studiosi Ebrei che, per realizzare quest'opera, si chiusero
in 72 celle separate sull'isola del Faro, davanti ad Alessandria d'Egitto. A lavoro
ultimato, sempre secondo la tradizione, le 72 versioni, realizzate separatamente,
risultarono identiche. Quest'opera fu l'Antico Testamento usato da tutte le primitive
comunità cristiane al di fuori della Palestina.
La versione dei Settanta rimane in ogni caso un raro documento letterario del volgare
greco anteriore alla nascita di Cristo.
Versione greca di Aquila (130 d.C.)
Forse un proselito Giudeo; la sua versione è rigidamente letterale; ad ogni parola
ebraica faceva corrispondere la medesima in greco. Di questa versione sono sopravvissute
soltanto alcune citazioni e frammenti, riguardanti il libro dei Re e alcuni Salmi.
Versione greca di Simmaco (170-230 d.C.)
Tradusse l'Antico Testamento in un buon greco idiomatico, comprensibile al popolo,
cercando di aderire al massimo all'originale ebraico. Anche di quest'opera rimangono,
purtroppo, pochissimi frammenti.
Versione greca di Teodozione (180-190 d.C.)
Più che un'opera di traduzione, Teodozione fece un lavoro di revisione della versione
dei LXX e di altre traduzioni.
Versione greca detta Esapla di Origene (240 d.C.)
Col passare degli anni e con le trascrizioni manuali si era creata una certa confusione
tra i manoscritti della versione dei LXX. Origene, Padre della Chiesa, eccellente
predicatore e teologo, nato ad Alessandria d'Egitto, preparò la sua opera, l'Esapla
(sei colonne), mettendo in una stessa pagina il raffronto di sei versioni antiche
poste su sei colonne per ciascuna pagina,
Versioni in aramaico
Dopo la cattività, la lingua parlata dagli Ebrei diventò l'aramaico. Per quanto
sembri strano vasta parte degli ebrei aveva difficoltà a comprendere l'ebraico,
al punto che era necessario l'uso di un interprete o traduttore che traducesse in
aramaico il Testo Sacro che, durante la riunione nella Sinagoga, veniva letto in
ebraico. All'inizio tutto questo avveniva oralmente, in seguito, specialmente dopo
il bando imperiale romano degli Ebrei dalla Palestina (138 d.C.), si ritenne opportuno
fissare questa traduzione e interpretazione per iscritto.
Versione antica latina (Vetus) del II secolo d.C., di autore ignoto
Versione latina "Vulgata" di Girolamo
Questa versione nacque soprattutto dall'esigenza di avere una versione fedele della
Parola di Dio in latino (la lingua del tempo), in quanto nel IV secolo d.C. si era
generata una grande confusione a causa delle numerose traduzioni anonime e, spesse
volte, non tanto fedeli all'originale. Su incarico di Damaso, vescovo di Roma, Girolamo,
insigne studioso, si accollò l'ingente mole di lavoro. Girolamo si recò prima ad
Antiochia, in Siria, per apprendere l'ebraico, poi, intorno al 360 d.C., si trasferì
a Betlehem, in Palestina.
Dapprima si dedicò a un accurato lavoro di revisione, poi intraprese la traduzione
dei Sacri Testi, traduzione fatta direttamente dall'ebraico, a differenza delle
precedenti versioni che erano tradotte prevalentemente dal greco. Per questo lavoro
di traduzione, Girolamo usò il rotolo della sinagoga di Betlehem. L'opera fu completata
nel 406 d.C.
Girolamo si spense a Betlehem intorno al 420 d.C.
La "Vulgata" di Girolamo, ostacolata in un primo tempo, ben presto si
impose all'attenzione generale, diventando così la versione ufficiale della Chiesa
Latina, fino al XVI secolo, quando nel Concilio di Trento del 1546 ne fu decisa
la revisione.
Questo fu il primo libro ad essere stampato nel 1455 da Giovanni Gutemberg.
Per versioni moderne intendiamo quelle scritte (per quanto riguarda l’Italia) in
lingua italiana.
Versione italiana del XIII secolo o Bibbia Dugentista
E' la prima versione scritta con semplicità e chiarezza in italiano. Non si conoscono
le sue origini anche se, probabilmente, nacque in uno di quei centri di fervore
religioso molto comuni in quell'epoca (alla sua realizzazione contribuirono senz'altro
i Valdesi del Piemonte e i Patarini della Toscana).
La Bibbia del Malermi (o Mallermi, Malerbi, Manerbi - 1471)
Opera di un frate camaldolese che adoperò alcune versioni del 1300 ritoccandole
notevolmente, sia per renderle più aderenti al testo latino, sia per introdurre
nel testo alcune espressioni tipicamente venete. Ebbe un buon successo, testimoniato
dalle diverse edizioni.
La Bibbia Jensoniana (1471)
Fu pubblicata nel 1471 dallo stampatore Nicolò Jenson, famoso tipografo francese.
Questa Bibbia è anche copia di quella del 1300,
sebbene sembra che il manoscritto non fosse completo perché, specialmente
nei Salmi e nel Nuovo Testamento, segue l'opera del Malermi.
Versione del Brùcioli (1532 - Evangelica)
Antonio Brùcioli, fiorentino, tradusse questa versione dalle lingue originali, anche
se è ormai accertato che egli si servì abbondantemente di opere di altri autori
(per quanto riguarda l'Antico Testamento si servì della versione di Sante Pagnini
e, per il Nuovo Testamento, si servì della versione di Erasmo).
Questa versione ha la caratteristica di essere la prima in lingua moderna fatta
da un solo autore e fu la versione usata dagli evangelici italiani, fino alla versione
di Giovanni Diodati.
Versione del Marmocchini (Cattolico-Romana-1538)
Il Marmocchini era un frate dell'ordine domenicano.
Per quanto la sua versione fosse presentata come una traduzione dall'originale,
in realtà appare più una revisione di versioni precedenti (Brùcioli in particolare).
Versione Diglotta (italiano-francese) di Giouan Luigi Paschale (Evangelica
- 1555)
Il Paschale, piemontese, era un pastore Valdese, arso vivo a Roma
nel 1560 confessando eroicamente la propria fede. Il suo Nuovo Testamento
bilingue, italiano e francese, era una revisione del testo del Brùcioli per l'italiano
e di quello di Roberto Estienne per il francese.
La particolarità di questo Nuovo Testamento consiste nell'essere
il primo ad includere la divisione numerata dei versetti introdotta da Roberto
Estienne e inserita nella sua versione greco-latina, pubblicata a Ginevra nel 1551.
Versione di Giovanni Diodati (XVII secolo, Evangelica).
Giovanni Diodati nacque a Ginevra da una coppia di esuli lucchesi (Carlo Diodati e Maria Mei), colà rifugiati per poter liberamente manifestare e professare la fede evangelica, dato che nella natìa Lucca si era scatenata una violenta persecuzione e opposizione contro la fiorente comunità evangelica che qui era sorta. A 19 anni era già dottore in teologia, a 21 anni docente di lingua ebraica, presso l'Accademia di Calvino a Ginevra; fu impegnato anche in una intensa attività di evangelizzazione verso l'Italia (in particolare a Venezia); venne nominato pastore e prese cura della comunità evangelica di lingua italiana di Ginevra.
Dal 1603, approfittando della sua profonda conoscenza dell'ebraico, si dedicò alla traduzione della Bibbia, pubblicandone le seguenti edizioni:
Prima edizione 1607 (Antico Testamento - Libri Apocrifi - Nuovo Testamento)
Seconda edizione 1641 (pubblicata con l'aggiunta finale "de Sacri Salmi, messi in rima per lo medesimo")
Edizione in francese del 1644
Alla versione di Giovanni Diodati furono apportate leggere modifiche nelle edizioni seguenti del 1712 pubblicata a Norimberga e Colonia da Mattia d'Erberg; del 1744, pubblicata a Lipsia da Giovanni David Muller; del 1819, pubblicata a Londra con la revisione di Giambattista Roland.
Infine la revisione del 1821, pubblicata dalla Società Biblica Britannica; ritoccata lievemente, è la versione che è giunta fino ad oggi.
Nato nel 1576, Giovanni Diodati si spense nel 1649.
Versione Riveduta (XX secolo, Evangelica).
Questa versione è comunemente detta “Versione di Giovanni Luzzi” ma non fu curata solo dal Luzzi. Tale nome fu stabilito a causa di una legge emanata durante il regime fascista dell'epoca che imponeva di indicare su ogni libro pubblicato (compresi i testi sacri) il nome del suo curatore. In questo caso la commissione indicò il nome del Luzzi, per il suo rilievo nel lavoro svolto.
In realtà, venne realizzata da una commissione composta dai rappresentanti delle diverse chiese evangeliche esistenti in Italia, su incarico ricevuto nel 1906 dalla Società Biblica Britannica e Forestiera (fra i membri della commissione Giovanni Luzzi ed Enrico Bosio).
La revisione del Nuovo Testamento terminò nel 1915; quella dell'Antico Testamento nel 1922. L'intera opera fu pubblicata a Londra nel 1924, con il titolo "La Sacra Bibbia", ossia "L'Antico e il Nuovo Testamento. Versione riveduta sui testi originali".
La commissione ebbe a disposizione, rispetto al Diodati, un maggior numero di antichi manoscritti.
Uno dei pregi maggiori di questa traduzione è che, fatta salva la fedeltà al testo originale, si presenta alla lettura facendo uso di una lingua italiana moderna e più comprensibille.
Bibbia Concordata
Pubblicata nel 1968, con il concorso di comunità religiose che riconoscono la Bibbia come il Libro Sacro per eccellenza e cioè: Cattolici, Ortodossi, Protestanti e, per l'Antico Testamento, Ebrei.
Da parte Evangelica sono stati tradotti i seguenti libri: Esodo, Cronache, Samuele, Vangelo di Giovanni, Atti degli Apostoli, Epistole ai Romani, agli Efesini, ai Colossesi, ai Filippesi.
Traduzione Interconfessionale in lingua corrente (TILC)
Anche alla realizzazione di quest'opera hanno contribuito studiosi delle varie confessioni cristiane ed Ebrei. Nella traduzione è stato seguito il metodo delle "equivalenze dinamiche" che dà più importanza al "senso" del testo, piuttosto che al suo significato letterale. Non essendo una traduzione letterale, questa opera non può essere accettata da quanti credono all'ispirazione plenaria e verbale delle Sacre Scritture. In ultima analisi si può definire al più una parafrasi della Scrittura.
Nuova Diodati (1990)
Questa versione non è una revisione del testo di Giovanni Diodati. Il moderno traduttore ha lavorato usando lo stesso metodo che usò Giovanni Diodati quasi quattro secoli prima. Il "Textus Receptus", pubblicato nel 1550, era costituito dall'unico testo ebraico e greco utilizzato per tradurre dalle lingue originali la Sacra Scrittura, Antonio Brùcioli e Giovanni Diodati utilizzarono questo testo delle lingue originali per le loro famose versioni. La "Nuova Diodati" è tradotta su questo stesso testo ricostruito però dalla notissima versione inglese King James del 1661, che a sua volta era stata tradotta dal "Textus Receptus".
La Nuova Riveduta (1994)
E' il risultato del lavoro di ricerca e confronto con i testi ebraici e greci effettuato in tanti anni dalla Società Biblica di Ginevra. Questo testo si colloca nella linea della tradizione del testo tradotto da Giovanni Diodati nel 1607. Allo stesso tempo si distingue dai precedenti sia per l'aggiornamento linguistico, sia per la revisione fatta sulla base dei manoscritti greci ed ebraici più antichi e prestigiosi che non erano disponibili al tempo del Luzzi e ancor meno all'epoca del Diodati.