Cos’è il peccato?
Mancanza, trasgressione, delitto, fallo, vizio, sbaglio, caduta, traviamento, pervertimento… sono tutti termini riconducibili ad una sola parola, tristemente familiare a chiunque: “peccato”. Familiare perché la Bibbia ci ricorda senza mezzi termini che “tutti hanno peccato”; tristemente perché, sebbene aggiunga che “il salario del peccato è la morte” (Lettera di Paolo ai Romani 3:23 e 6:23), troppi al peccato dedicano la propria esistenza. Forse però anche tra coloro che fanno ripetutamente ricorso a espressioni del tipo “che peccato, ho sbagliato…”, “sono arrivato troppo tardi; peccato!”, “dorme così bene che è un peccato svegliarlo”, non tutti conoscono i tanti aspetti del significato di questa parola. Il termine greco che meglio rende il senso di peccato è tradotto con “mancare il bersaglio”. Così, ad esempio, in campo sportivo chi non fa centro nel tiro con l’arco, pecca, ovvero fallisce l’obiettivo.
In modo similare la Bibbia racconta di settecento uomini scelti i quali, pur essendo mancini, “potevano lanciare una pietra con la fionda ad un capello, senza fallire il colpo” (letteralmente “senza peccare”) (Libro dei Giudici 20:16). Ma per noi, qual è il bersaglio da non mancare? È l’ordine morale conseguenza dell’osservanza di tutta la legge di Dio, magistralmente riassunta da Gesù in due comandamenti “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e ama il tuo prossimo come te stesso” (Vangelo di Matteo 22:37, 39). Chi viola questa legge, nelle grandi o nelle piccole cose, uccidendo un proprio simile o semplicemente serbandogli rancore, pecca. Chi poi persevera nel violarla, manifesta la sua tetra origine, in quanto “colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo” (Prima Lettera di Giovanni 3:4,8).
Un altro termine che ci permette di fare luce sulla parola peccato è “trasgressione”. Chi trasgredisce è uno che va oltre un limite fissato, sia volontariamente sia per ignoranza. Quindi quando un automobilista passa con il semaforo rosso può essere letteralmente definito peccatore, così come riferendoci all’invito di Dio a mantenere una vita moderata, sobria, temperata in ogni cosa, pecca contro il proprio corpo tanto l’ingordo quanto l’anoressico per scelta; l’avaro come lo scialacquatore; l’adultero incallito come chi “non rende al proprio coniuge ciò che gli è dovuto”; il buffone e lo scurrile. Qui il limite fissato da Dio rammenta ai credenti che “il loro corpo è il tempio di Dio e che se uno lo guasta, Dio guasterà lui” (Prima Lettera di Paolo ai Corinzi 3:16 e 6:19).
Pecca poi colui che “camminando in fretta sbaglia strada” (Libro dei Proverbi 19:2), come nel caso di chi, incurante del fatto che “c’è un solo Dio ed anche un solo Mediatore fra Dio gli uomini, Cristo Gesù uomo” (Prima Lettera di Paolo a Timoteo 2:5), affida con leggerezza il proprio destino eterno ad altri mediatori o intercessori, sbagliando inevitabilmente strada. Si può inoltre mancare il bersaglio o superare i limiti quando non controlliamo l’uso della nostra lingua, descritta nella Bibbia come “un fuoco…capace di contaminare tutto il corpo…piena di veleno mortale…indomabile, tanto che se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo…” (Lettera di Giacomo 3:1-12); vale anche il detto che ne uccide più la lingua che la spada. E per finire, sebbene ancora molto ci sarebbe da dire, pecchiamo anche quando “sappiamo fare il bene e non lo facciamo” (Lettera di Giacomo 4:17) o quando abbiamo dei dubbi intorno ad un determinato cibo ma lo mangiamo ugualmente, “perché tutto ciò che non viene da convinzione è peccato” (Lettera di Paolo ai Romani 14:23).
Coraggio, però, facciamoci animo! Il peccato diventa estremamente peccante solo se noi siamo consenzienti, fino a diventarne totalmente schiavi. Al contrario, come è vero che il salario del peccato è la morte, è altrettanto vero, per chi riconosce Gesù come Signore, che “non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la Legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù ci ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Lettera di Paolo ai Romani 8:1, 2). Se ne vuoi saperne di più puoi leggere la Lettera ai Romani dal capitolo 7, verso 7 al capitolo 8, verso 11.